In Abruzzo un progetto per favorire l’accesso al test: prenotazioni on-line
Scoprire precocemente di essere infetti dal virus Hiv è decisivo: per la propria sopravvivenza e per evitare di contagiare altre persone con il replicare i comportamenti a rischio. Quando preso per tempo, infatti, il virus Hiv si può curare con ottimi risultati, mentre si riduce efficacemente la sua diffusione, più aggressiva quando l’infezione è in fase avanzata. Ma oggi fare il test – un semplicissimo prelievo di sangue – non solo non è sentito come esigenza, vista la mancanza di sintomi della malattia, ma genera ancora molta paura e inevitabile ritrosia, al punto che la scoperta dell’infezione di frequente avviene quasi casualmente, in occasione di altri esami, e quando il contagio è purtroppo in fase molto avanzata, con l’inevitabile riduzione delle aspettative di vita e la probabile moltiplicazione della diffusione. L’originale progetto Fai il test anche tu è stato pensato proprio per allargare sensibilmente la base delle persone che scelgono consapevolmente, pur senza rinunciare alla necessaria privacy, di fare il test, evitando la dannosa scoperta del contagio in fase avanzata, quando spesso è troppo tardi. L’idea, nata dalla sinergia tra Ausl Pescara, Regione Abruzzo, Federfarma e Fondazione Camillo De Lellis, è semplice: utilizzare uno strumento tecnologico come un sito internet - www.failtestanchetu.it – per superare la barriera apparentemente invalicabile del timore (personale e del proprio ambiente di vita), puntando su una ricca informazione sulla malattia e i rischi connessi e la necessaria riservatezza.
Tutti possono accedere al sito e fare una prima, indispensabile verifica: calcolare quanto si è esposti al rischio di aver contratto il virus. Rispondendo ad un questionario completamente anonimo, chiamato Risk calculator, si valuta quanto potrebbe essere necessario ricorrere al test: a seconda della luce del semaforo finale l’interessato capirà se è urgente farlo (rosso), se può prenderlo in considerazione anche se il rischio è basso (giallo) o se può farne a meno (verde). In caso di dubbio, chi ha calcolato il rischio può comunque richiedere ulteriori informazioni tramite il form di contatto. Chi decide di fare il test, quindi, può scegliere direttamente tramite sito – e anche con uno pseudonimo, quindi senza dichiarare le proprie generalità – uno dei centri specializzati che in Abruzzo aderiscono al progetto: Pescara, Teramo, L’ Aquila, Chieti, Avezzano e Vasto, dove sono a disposizione équipe preparate che forniranno anche un consulto preliminare per chiarire ogni dubbio. Il tutto rigorosamente in forma gratuita. Oltre all’Hiv ognuno potrà essere gratuitamente testato anche per il virus dell’Epatite C, dell’Epatite B e per la Sifilide. Il sito, inoltre, è ricco di informazioni per saperne di più sul mondo di queste malattie infettive. In Abruzzo, si ritiene oggi che la frazione inconsapevole della propria condizione di infezione da Hiv possa essere particolarmente elevata: verosimilmente sino al 45%. Una stima recentemente condotta presso l’ Unità di malattie infettive di Pescara ha documentato che dal 2006 la presentazione tardiva riguarda il 50-75% delle nuove diagnosi; dal 1° gennaio del 2006 al dicembre 2011, le nuove diagnosi di Hiv sono state circa 150 e quelle avanzate oltre il 65%. I pazienti con infezione da Hiv sintomatica ed avanzata hanno presentato in tale casistica una mortalità rilevante nei primi sei mesi (10%) ed un recupero immune più lento e incompleto dopo l’avvio della terapia antiretrovirale. L’ assistenza a tali pazienti è stata inoltre gravata da costi diretti ed indiretti elevati, e da una prolungata occupazione delle strutture di ricovero ordinario. Per converso, tra gli infetti diagnosticati con più di 200 CD4 – numero limite – non si è verificato nessun decesso ed il tasso di soppressione virologica è prossimo al 100% nelle persone trattate. L’iniziativa coinvolgerà amministratori, medici specialisti ospedalieri e territoriali, medici di medicina generale e da uno staff di supporto costituito prevalentemente da psicologi, biologi e specialisti infettivologi in formazione. L’accesso al test sarà inoltre sistematicamente proposto in ambiti insoliti, come quelli del lavoro e del sistema produttivo e le farmacie della rete farmaceutica regionale, ed altre simili infrastrutture.
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